Negli ultimi tempi il discorso relativo alla transizione energetica e allo sfruttamento delle fonti rinnovabili per alimentare le nostre abitazioni e i nostri veicoli si è fatto sempre più frequente. Viviamo infatti questa situazione grazie anche alle recenti disposizioni dell’Unione Europea in merito alla tanto conclamata transizione energetica, con obiettivi stringenti fissati entro il 2030, come affermato anche all’interno di questo articolo.
Moltissime famiglie italiane hanno deciso così di sfruttare le ottime agevolazioni, come ad esempio l’Ecobonus, che però è stato recentemente ridimensionato (potete approfondire qui la notizia), per installare impianti per la produzione di energia tramite fonti rinnovabili, come ad esempio il fotovoltaico, mentre altre stanno prendendo questa decisione per riuscire ad adeguare la propria abitazione ed avere così notevoli risparmi in bolletta.
Nelle prossime righe del nostro articolo cercheremo così di concentrarci sull’impianto fotovoltaico, analizzandone componenti e funzionamento, in modo che possiate avere le idee chiare per prendere una decisione per il futuro e al contempo informazioni specifiche per la gestione di quello che avete già eventualmente installato di recente grazie agli incentivi.
Quali sono le componenti di un impianto fotovoltaico e come funzionano?
Un impianto fotovoltaico è essenzialmente composto dai seguenti elementi:
- I moduli fotovoltaici, formati da celle di silicio che hanno il compito di catturare i raggi del sole. Più moduli sommati tra loro vanno a comporre una stringa, che a sua volta, sommata ad altre stringhe, costituisce il generatore solare.
- Le strutture che sostengono i moduli, cioè quelle che chiamiamo normalmente “pannelli”. Si tratta delle strutture che sorreggono i moduli e li tengono ancorati al tetto della casa. Nei casi di superficie piana, hanno anche il compito di orientare i pannelli nella posizione inclinata ideale per l’assorbimento dei raggi solari.
- L’inverter, cioè il cuore dell’impianto. Ha il compito di trasformare la corrente prodotta dai moduli (detta “corrente continua”) in quella che può essere utilizzata in ambiente domestico o industriale. Questo dispositivo ha normalmente una funzione salvavita che entra in azione nel caso di guasti, incidenti o black out. Al contempo è anche possibile che possa danneggiarsi, ma per fortuna esistono delle aziende specializzate nella manutenzione e riparazione di tale dispositivo. Ad esempio, se abitate in Abruzzo, potrete affidarvi a servicetec.it, azienda specializzata in riparazioni inverter FIMAR e POWER ONE. Tramite la pagina appena citata troverete tutte le informazioni di cui avete bisogno con la possibilità di richiedere un preventivo per il vostro guasto.
- I cablaggi, cioè i cavi che si occupano del trasporto della corrente tra i moduli e l’inverter. Normalmente hanno una notevole capacità di resistere ai raggi UV e ai fenomeni atmosferici, essendo collocati all’aperto.
- I sistemi di protezione, che hanno il compito di proteggere l’impianto da sovraccarichi, contatti diretti, fulmini e corto circuiti. Si tratta di interruttori, scaricatori, limitatori e differenziali.
- Il sistema di misurazione, che è presente quando l’impianto è connesso alla rete elettrica. Tale sistema ha il compito di misurare anche la quantità di corrente elettrica che viene immessa nella rete e non solamente i consumi come i contatori tradizionali.
Le componenti aggiuntive che si sono diffuse negli ultimi anni
Esistono inoltre due dispositivi che ultimamente troviamo sempre più spesso negli impianti che vengono installati.
La prima è il sistema di monitoraggio, che permette di avere il controllo sull’impianto anche da remoto e si occupa di monitorarne la produttività e lo stato dell’inverter.
Troviamo anche il sistema di stoccaggio, detto anche Energy Storage, cioè un dispositivo che ha il compito di accumulare l’energia prodotta durante il giorno per renderla disponibile quando è buio e l’impianto non produce. In questo modo è così possibile sfruttare la corrente elettrica prodotta da fonti rinnovabili che viene accumulata, senza così dover sfruttare quella della rete elettrica tradizionale.