Ambienti di produzione alimentare: condizionamento aree e conservazione dei prodotti

Il cibo e la sua conservazione sia nella fase di stoccaggio e sia in quella di trasporto richiede un altissimo grado di attenzione.

Infatti, gli alimenti o i loro derivati possono con il tempo marcire o deteriorarsi. La muffa o i batteri che si formano dentro agli insaccati o ai formaggi sono un pericolo costante e si traducono poi in un danno economico significativo. Per questo motivo tutte le aziende che lavorano nel settore agro-alimentare devono sempre rispettare le norme HACCP e avere a disposizione degli ambienti con temperatura e grado di umidità adatti ai cibi che trattano.

Fra gli elementi che possono contribuire a mantenere una temperatura idonea abbiamo certamente i condizionatori industriali.

Condizionatori industriali: quali sono e perché noleggiarli

Con questo termine generico facciamo riferimento a quei tipi di impianti come le colonnine split, i chiller, i rooftop, le lame d’aria e tutti gli altri sistemi di regolazione climatica di un ambiente di lavoro o di conservazione del cibo.

Sono certamente macchine i cui costi di installazione, mantenimento ed eventuale riparazione sono gravosi e pur tuttavia, sia per le norme sanitarie sia per i benefici che portano, sono necessari.

Per questo motivo con il noleggio di climatizzatori otterrete il massimo risultato con il minimo sforzo (economico) senza rischiare la proliferazione di agenti batterici, perché l’ambiente manterrà la temperatura necessaria per ben conservare gli stoccaggi alimentari.

Certo soprattutto a livello industriale la climatizzazione non è sufficiente per conservare il cibo in condizioni climatiche efficienti.

Ecco quali altri metodi devono essere affiancati a questa.

Conservazione alimenti: tecniche a freddo e indicazioni

Negli stoccaggi alimentari di grossa dimensione i pericoli di alterazione del cibo sono dovuti allo svilupparsi di virus, batteri, muffe e parassiti. Per scongiurare la formazione di questi organismi si possono adottare varie misure.

Fra cui la refrigerazione, dove alcuni tipi di cibo vengono posti a temperature fra i 0° e 5° gradi o il congelamento, che porta la temperatura fin sotto i 20°. Oppure molto valida è anche la surgelazione, che porta il tessuto alimentare alla temperatura di abbattimento ed elimina i microorganismi.

Conservazione alimenti: tecniche a caldo e indicazioni

Fra le tecniche a caldo abbiamo la pastorizzazione che abbatte germi e batteri, pur senza modificare le proprietà nutritive e viene adottata per alimenti come il latte.

Altro trattamento di uso frequente nell’industria alimentare è la sterilizzazione, che scalda il tessuto alimentare fino a 150° secondo i tempi ideali per i cibi trattati. Viene usato per frutta, verdura, carni e pesci, che sono alla base della dieta mediterranea.

L’affumicatura, infine, è usata per cibi quali il salmone, o speck o altri salumi, perché consente di eliminare i batteri esponendoli al calore e al fumo di alcuni arbusti, fra cui la quercia, il faggio e il castagno.

Conservazione alimenti: liofilizzazione e essiccatura

Altri due modi validi per salvaguardare gli alimenti industriali sono l’essicazione e la liofilizzazione. La prima è una disidratazione che viene applicata sul tessuto alimentare esponendolo all’aperto oppure in forni specifici.

La seconda è simile a questa, ma porta la temperatura del cibo a -40° e poi elimina l’acqua in eccesso con la sublimazione sottovuoto e infine riscaldandolo nuovamente in modo brusco.

Ci sono poi anche metodi chimici e naturali per conservare in ottimo stato gli stoccaggi di cibo. La cosa veramente importante e di cui bisogna sempre tenere conto è che ciascun alimento va conservato dall’immagazzinamento fino all’esposizione a temperature ben precise, altrimenti rischia di guastarsi e rovinarsi.