Le masserie del Salento: la storia e il loro uso ai tempi d’oggi

Il Salento è una terra ricca di tradizione e storia millenaria, raccontata e tramandata anche dalle antiche strutture che è possibile trovare in diversi paesi della regione, le famose Masserie.

Alcune di queste sono ancora abitate, altre risultano abbandonate o ridotte in ruderi; molto antica è la loro storia di origine e qui di seguito andremo a scoprire da dove sono nate e qual è il loro uso ai tempi d’oggi.

La storia delle masserie del Salento

Le masserie del Salento fondano le loro radici nel lontano medioevo, quando ancora era in vigore il sistema del latifondo.
Il latifondista, difatti, era il proprietario di un terreno che veniva affidato al massaro, ovvero un amministratore del fondo agricolo, dove al suo centro era costruito un casale, anche detto massa.

Da qui, dunque, nasce il termine masseria; colui che aveva il compito di portare avanti l’attività di agricoltura e allevamento, il massaro, era quindi dipendente del latifondista a cui doveva periodicamente fornire tutti i beni prodotti dal raccolto.
In cambio, questo amministratore, teneva per sé una minima parte che gli serviva per sostenere la propria famiglia.

Le masserie del Salento, quindi, si sono sviluppate in un periodo storico in cui vigeva un’economia rurale autonoma.

Caratteristiche delle masserie nel tempo

La masseria salentina, un tempo, disponeva di ogni mezzo finalizzato all’attività agricola che consentivano ai lavoratori di occuparsi dei prodotti che dava la terra, in ogni stagione dell’anno.

Tutta la struttura trovava il suo centro nevralgico nel cortile centrale; solitamente, al primo livello erano dislocate le stanze che venivano utilizzate come abitazione del latifondista e della sua famiglia, mentre al pian terreno erano situati dei locali più modesti destinati al massaro, alla sua famiglia e ai pastori.

Oltre a queste stanze che avevano finalità abitative, c’erano anche altri ambienti che avevano lo scopo di ospitare il fienile, gli ovili per gli animali e altri magazzini per contenere gli attrezzi e le materie prime che si producevano, come il latte o il frumento.
Infine, altri spazi erano destinati alle dispense in cui venivano conservati i vari prodotti.

La masseria salentina, inoltre, disponeva anche di pozzi e cisterne che servivano per approvvigionarsi d’acqua.
Oltre a tutti questi elementi che costituiscono la struttura principale su cui si basava ogni masseria, altre avevano degli spazi facoltativi che dipendevano di chi ci abitava.

Alcune strutture, infatti, disponevano anche di una cappella, altre di un mulino e molto spesso venivano condivisi con la comunità intera.
C’erano anche alcune masserie che praticavano l’attività di apicoltura, destinata alla produzione di miele, o ancora altre che erano circondate giardini in cui coltivare e far maturare la frutta.

Masserie del Salento: antiche strutture difensive

Le masserie non sono sempre state strutture destinate alla produzione e alla coltivazione dei prodotti dati dalla terra, ma intorno al 1400 cambiarono la loro funzione e divennero delle vere e proprie roccaforti che avevano la finalità di proteggere il territorio dai saccheggi di popoli stranieri.

Fu Carlo V d’Asburgo a mettere in moto un piano difensivo per il Salento e dal XVI secolo si diede inizio alla costruzione di torri di difesa lungo tutta la costa del territorio.
Da quel momento, dunque, le masserie cominciarono ad avere un aspetto più simile a piccoli castelli, le cui mura alte e le torri avevano il grande pregio di essere difficilmente espugnabili.

Come sono cambiate le Masserie nel tempo

Quando nel XVII secolo le invasioni divennero meno copiose, nel territorio salentino cominciarono ad introdursi nuove tecniche di agricoltura, puntando sulla valorizzazione del territorio.

Da quel momento, le masserie del Salento iniziarono a trasformarsi in residenze di campagna e luoghi di villeggiatura, specialmente per chi desiderava allontanarsi dal caldo della città e trovare refrigerio in piena campagna.
La loro struttura, per queste finalità, cominciò a cambiare significativamente, anche grazie all’aggiunta di portali, balconi e giardini; gli ambienti furono decorati con affreschi carichi di colori e il tutto cominciò ad acquisire progressivamente un grande valore architettonico.

Dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri

In tempi più recenti, sfortunatamente, è iniziato il declino di queste masserie, anche a causa dei conflitti mondiali che hanno cambiato per sempre il loro aspetto.
La Riforma Agraria impose la divisione delle terre e quindi le masserie non ebbero più una finalità aggregante; col tempo ci fu un progressivo abbandono di queste strutture che hanno subito l’inesorabile e inarrestabile usura del tempo.

Fortunatamente, non tutte le masserie hanno perso la loro ricchezza culturale e grazie allo sforzo e ai sacrifici di alcuni contadini, si è riuscita a mantenere intatta parte della loro preziosissima testimonianza storica.

Al giorno d’oggi è possibile trovare alcune di queste antiche masserie, ristrutturate e diventate strutture ricettive di lusso, senza però scalfire l’anima rurale che le ha contraddistinte per tutti questi secoli, come ad esempio Masseria Mongiò a Baia dei Turchi, vicino Otranto.

La loro essenza è riuscita a rimanere in vita grazie al turismo e alla capacità di alcuni imprenditori che hanno permesso di accogliere i visitatori facendoli immergere in una realtà d’altri tempi, intrisa di tradizione culinaria e natura incontaminata.