I centri di cura per la sindrome mielodisplastica
In seguito all’accertamento della malattia è necessario rivolgersi, per le cure, ad ospedali o centri di eccellenza che possano aiutare a gestire la malattia. Questi sono presenti su tutto il territorio italiano. Alcuni esempi sono l’ospedale di Ravenna, di Avellino, Papa Giovanni XXII a Bergamo o “La città della Salute e della Scienza” a Torino.
Per accertarsi della qualità del centro puntiamo sempre su uno che abbia un buon reparto di ematologia e che risulti accreditato presso la FISIM, fondazione italiana sindromi mielodisplastiche.
Cos’è la mielodisplasia
Quando parliamo di mielodisplasia ci riferiamo a una patologia del sistema emopoietico, ovvero del tessuto che si occupa della produzione delle cellule che circolano nel sangue e quindi di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
Di norma, infatti, all’interno del midollo avviene la produzione di queste cellule che, una volta mature, vengono immesse nel sistema, maturando durante tutto il percorso. In presenza della mielodisplasia, invece, le cellule mature immesse nel sistema sono nettamente inferiori e quindi non sufficienti a sopperire alle necessità del nostro corpo.
Molti sono gli ospedali e i centri specializzati per la cura di questa sindrome e qui vogliamo elencarne qualcuno, non prima però di aver spiegato meglio di cosa parliamo.
Le possibili cause della mielodisplasia
La mielodisplasia viene provocata dalla presenza di un’unica cellula progenitrice danneggiata la quale, proliferando all’interno del midollo osseo, genera una serie di cloni malfunzionanti. La sua crescita inficia lo spazio del midollo sano provocando quella che viene definita la fabbrica mielodisplastica.
Attraverso gli studi è stato dimostrato che la cellula malata presenta un DNA alterato, condizione che impiega anni per presentarsi. Non sorprende, infatti, che questa malattia si presenti più facilmente nell’età adulta e in particolare dopo i 65 anni di età. Più raro, ma comunque non improbabile, è che la malattia si presenti in età più precoci.
Al fine della prevenzione è importante sapere che alcune sostanze possono aumentare le possibilità che le cellule progenitrici sviluppino alterazioni. Tra queste troviamo alcuni chemioterapici e pesticidi o anche le esposizioni alle radiazioni.
I sintomi e la diagnosi della mielodiplasia
I sintomi più comuni della mielodisplasia sono la diminuzione delle cellule mature nel sangue e quindi del loro sviluppo. In particolare, in queste condizioni, si verifica la riduzione dei globuli rossi e dell’emoglobina. Ciò potrebbe essere evidente attraverso un pallore della pelle, stanchezza e affanno che richiede diverso riposo.
La riduzione dei globuli bianchi invece non presenta sintomi evidenti, ma comporta un alto rischio di sviluppare infezioni che spesso, proprio perché le cellule non sono mature, possono essere più lente a risolversi. Di solito sono proprio queste che presentano dei sintomi, come la classica febbre o dolori che interessano gli organi specifici. Per la riduzione delle piastrine, invece, l’unico sintomo che potrebbe essere più evidente è la comparsa di complicanze emorragiche.
La scarsa presenza di sintomatologie chiare comporta che la mielodisplasia possa essere accertata solo attraverso una diagnosi del midollo osseo per la quale è necessario introdurre all’interno dell’osso, di solito il bacino, un ago che prelevi un campione da esaminare.